Aleatico Doc di Villa Mottura. Rosso dolce naturale. Il sapore della Grecia antica in un vitigno tipico del Salento

La stagione calda è già un ricordo, nonostante l’ottobre del Salento regali ancora delle giornate da trascorrere a piedi scalzi in riva al mare. Ma l’autunno in Terra d’Otranto non farà sentire la mancanza del sole in festa: le mille sfumature del rosso, il viola e l’arancio inonderanno le strade e gli animi, infondendo il senso dell’intimità e del calore famigliare. Una chiacchierata dopo cena con gli amici di sempre, mentre la luce ballerina di un caminetto acceso accarezza i dorsi delle mani. Il piacere di un convivio che si chiude con l’intensità del gusto pieno e dolce della pasta di mandorla. Non è difficile immaginarsi in contesti simili, soprattutto per chi ama godere fino in fondo della bellezza, un po’ decadente, della campagna salentina infiammata prima del riposo invernale, con un calice di vino rosso tra le dita, dolce e vissuto, come l’Aleatico di Villa Mottura.

 

È con questo prodotto che dà il benvenuto all’autunno Mottura, azienda pugliese, situata nel sud del Salento, che da oltre ottant’anni coltiva la passione per il buon vino raccogliendo i frutti di 10000 ettari diffusi nelle province di Lecce e Brindisi.

 

Morbido, vellutato, dolce al gusto è il vino che si ricava dalle uve dell’Aleatico, un vino Doc la cui produzione è consentita nelle aree del leccese e del brindisino. Le sue uve hanno un’età di maturazione medio-tardiva e per agevolarla predilige climi caldi e una buona esposizione. Il grappolo di forma allungata, si riconosce dagli acini sferoidali, con buccia di colore blu molto pruinosa e di medio spessore.

 

Il Salento è la culla ideale per i frutti di questo antico, e raro, vitigno pugliese.

 

L’Aleatico è un vino dolce naturale che in Puglia si produce da tempo immemorabile. L’omonimo vitigno è già citato, nel 1303, dallo scrittore agronomo Pietro de’ Crescenzi. C’è una scuola di pensiero che vede arrivare questa vite dalla Toscana, probabilmente ottenuta da una mutazione del Moscato nero; ma più diffusamente viene accolta l’ipotesi che le sue origini siano da ricercare nella Grecia antica.

 

Di certo si tratta di un vino legato a doppio filo con la tradizione più tipica del Salento, terra che conserva vive le tracce del passaggio ellenico, non solo nella gastronomia e nei costumi, ma anche nella lingua. Non tutti sanno infatti che insiste in questo territorio la Grecìa salentina, una vera e propria isola linguistica e culturale, formata da nove centri abitati in cui si parla un idioma greco, purtroppo in via di estinzione.

 

Quello delle Cantine Mottura è un progetto di vero e proprio recupero di un vitigno autoctono, in pericolo di estinzione e tipico del Basso Salento, dove, non a caso, nasce e si sviluppa la storia dell’azienda.

 

L’Aleatico di Villa Mottura viene prodotto nel vigneto della tenuta di famiglia denominato “Le Pitre”, nella zona di Campi Salentina, il cui terreno, calacareo e argilloso, è particolarmente adatto alla coltivazione del vitigno. Si attende che le uve siano giunte a una buona maturazione, prima della raccolta, effettuata rigorosamente a mano, e che queste vengano lasciate fermentare in acciaio a temperatura controllata.

 

Il risultato è un vino dolce naturale, di gradazione non inferiore ai 15 gradi. Il colore è rosso prugna con riflessi violacei, al naso è intenso e caratteristico di confettura, in bocca caldo, pieno, dolce e vellutato.

 

Un vino da gustare abbinato a formaggi freschi erborinati o, per il dessert, a pasticceria secca e soprattutto a dolci a base di pasta di mandorle, di cui il Salento è sede di raffinati produttori.