Mottura su Repubblica.it

Articolo su Repubblica.it

leggi originale sul sito di Repubblica.it

 

di Giuseppe Barretta

Come spesso accade, nel tacco d’Italia ci sono storie di donne e uomini legati indissolubilmente alla terra, tanto che questo attaccamento pare trasmittibile nel dna, come quando nei tratti di un bambino ritroviamo quello del nonno.
Nella famiglia Mottura questo amore si trasmette da circa 80 anni, questa passione ha i colori e i profumi del vino.

I Mottura sono di Tuglie (LE), dove ha sede anche la cantina storica, mentre le zone produttive sono nelle zone di Cellino San Marco, Campi Salentina, Squinzano e Salice Salentino per un totale di 50 ettari di propietà e 200 ettari consorziati.
Le esperienze manageriali precedenti di alcuni componenti della famiglia Mottura nella grande distribuzione e nel beverage, insieme all’attaccamento per la tradizione e la sua rivalutazione, ha dato vita a linee distinte di produzione, compresa quella per la grande distribuzione, rendendo possibile un riuscito matrimonio tra grandi numeri e una qualità apprezzabile ed onesta, in cambio in consumatore può godersi un uso quotidiano (e moderato) del vino. Ma quando si fa vino da quattro generazioni, oltre alle soddisfazioni di far bere tanti quotidianamente ed onestamente, credo sia normale sentire il bisogno di andare oltre e di prendersi delle soddisfazioni in altri contesti, ed ecco, oltre alla linea I Classici e Villa Mottura, nasce anche una nuova vinificazione per la ristorazione e le enoteche: Le Pitre.

La linea Le Pitre di Mottura ruota intorno alle tipicità del territorio, ad un attento lavoro in campo, una selezione delle uve da destinare alla vinificazione, ed anche un affinamento in legno.
E’ un vino che vuole piacere al consumatore, soddisfandone le esigenze di qualità e di prezzo. I prodotti sono frutto dell’uva solo dei vigneti di proprietà a cui segue una vendemmia in cassetta. Il primitivo ed il negroamaro (che assieme al Fiano e all’Aleatico formano la Tenuta Le Pitre) sono vitigni di circa 60 anni, biotipi locali e non cloni selezionati.
Inoltre, è da sottolineare e premiare il team giovane che ruota dietro queste produzioni: il giovanissimo enologo Nicola Baldari, le cugine Barbara e Marta Mottura che affiancano i genitori, i fratelli Pasquale ed Antonio Mottura, nella gestione dell’azienda perché il futuro di Mottura “è in mano alle donne” (cit.)

Ecco una panoramica delle quattro etichette.

Le Pitre Bianco Salento 13% (Chardonnay e Fiano)
Giallo paglierino, con un bouquet di fiori e frutta bianca, di buona bocca, di ricca mineralità e sapidà e di buona acidità che fanno da spalla alla componente alcolica.

Le Pitre Salento Rosato 12%
Di un bel rosso cerasuolo, esprime bene la tipicità del Negroamaro (in purezza), con buona freschezza, sapidità, un discreto corpo ed un retrogusto semplice e pulito.
Il naso non è molto complesso, ma si riconosco i frutti rossi freschi, il chicco d’uva, una leggera sfumatura di frutti di bosco. Nel complesso di buona armonia ed equilibrio.

Le Pitre Negroamaro 13,5%
Affinato per 6/9 mesi in legno, è prodotto da vitigni ad alberello di circa 60 anni.
Rosso rubino. Al naso è caratterizzato da frutti rossi e spezie. In bocca spicca il tannino, accompagnato da buona sapidità e freschezza. Vino onesto, pulito.

Le Pitre Primitivo 14,5%
Vino di buona tipicità, con un naso ricco di frutti rossi, geranio, confettura. In bocca si presenta morbido, abbastanza fresco, di corpo, con un buon tannino, ma non invadente, e un finale lungo e abbastanza persistente.Read the original report on the web site: Repubblica.it

By Giuseppe Barretta

(Excerption from the Italian version)

As it often happens in Puglia (the heel of Italy) there are stories of  men and women strongly linked to their land , stories  of passion transmitted like Dna.  For 80 years the love for this land, its colours and the flavours of its wines has been inherited inside Mottura’s family.